Mr Ragoo e la Pentola Magica

Storia in formato audio

Non puoi leggere ma puoi ascoltare? Ecco la storia di Mr Ragoo e la Pentola Magica nel nostro podcast. Ascoltalo su Spotify

C’era una volta un tale che si chiamava Mr Ragoo e che se ne andava in giro per il mondo con una pentola magica. Era un vagabondo del gusto, un mago della cucina, e ovunque andasse portava con sé un profumo di spezie e legumi che incantava i paesani.

mr ragoo e la pentola magica

Cammina cammina, chi ti incontra? Signora Mucca.

“Mr Ragoo, aiutami tu! Mi stanno inseguendo per trasformarmi in ripieno! Come faccio a convincerli che possono fare a meno di me?”, disse Signora Mucca disperata, con gli occhi grandi e lucidi.

“Non ti preoccupare, ci penso io!”. Mr Ragoo prese la pentola magica, la toccò tre volte e disse:

“Pentolina, pentolona, tu che sei intelligentona, che soluzione possiamo trovare per Signora Mucca?”.

La pentola iniziò a giravoltare in cielo, sprigionando scintille dorate, e piombò a terra con un sonoro plop, piena di un profumosissimo ragù vegano, denso, saporito, con il colore intenso del pomodoro e l’aroma avvolgente delle erbe mediterranee.

Il ragù vegetale era talmente invitante che tutto il paese fu attirato da quell’odore irresistibile. Anche quelli che stavano inseguendo la Signora Mucca cambiarono direzione e, in men che non si dica, si avventarono sul pentolone.

“Oddio, che bontà! Non avevamo mai assaggiato un ripieno così delizioso!”, esclamarono tra un boccone e l’altro, con gli occhi spalancati per lo stupore.

E più ne mangiavano, più la pentola magica si riempiva da sola, traboccando di sugo fragrante, finché i paesani si dimenticarono della Signora Mucca, che finalmente poteva pascolare libera nei prati. Anzi, non si limitò a pascolare: corse ad aprire le porte degli allevamenti, liberando tutte le sue amiche.

Saziati i paesani e insegnata loro la ricetta del ripieno vegano per gli arancini, le olive ascolane, le polpette, le lasagne e molto altro, Mr Ragoo si rimise in marcia.

mr ragoo e la pentola magica

Cammina cammina, chi ti incontra? Signora Pecora.

“Mr Ragoo, aiutami tu! Mi stanno inseguendo per trasformarmi in arrosticini! Come faccio a convincerli che possono fare a meno di me?”, belò Signora Pecora disperata, con il vello che tremava per la paura.

“Non ti preoccupare, ci penso io!”. Mr Ragoo prese la pentola magica, la toccò tre volte e disse:

“Pentolona, pentolina, tu che hai la mente fina, che soluzione possiamo trovare per Signora Pecora?”.

La pentola volteggiò nell’aria con un fruscio metallico e atterrò con un bum! piena di arrosticini vegani, dorati e croccanti fuori, morbidi e saporiti dentro, con un irresistibile profumo di affumicato e spezie.

Attirati da quell’aroma delizioso, tutti i paesani accorsero, anche chi stava inseguendo la Signora Pecora.

“Santo cielo, che bontà! Non avevamo mai assaggiato degli arrosticini così buoni, leggeri e fragranti!”, dissero masticando con gusto, con le mani unte di deliziosa marinatura.

E come per magia, più ne mangiavano, più la pentola magica si riempiva di nuovi arrosticini. I paesani si dimenticarono della Signora Pecora, che, finalmente libera, corse ad aprire i recinti, liberando tutte le amiche pecore.

Saziati i paesani e insegnata loro la ricetta degli arrosticini di ceci, Mr Ragoo si rimise in marcia.

mr ragoo e la pentola magica

Cammina cammina, chi ti incontra? Miss Banky

“Mr Ragoo, aiutami tu! Mi stanno inseguendo per rubare le mie uova e trasformarle in panatura, omelette, pasticceria e chi più ne ha più ne metta! Come faccio a convincerli che possono fare a meno di me?”, chiocciò Miss Banky, sbattendo le ali agitata.

“Non ti preoccupare, ci penso io!”. Mr Ragoo prese la pentola magica, la toccò tre volte e disse:

“Pentolina, pentolona, tu che sei una golosona, che soluzione possiamo trovare per Miss Banky?”.

La pentola iniziò a vorticare in aria, lasciando dietro di sé un profumo di ogni prelibatezza immaginabile, e si posò a terra con un clong! colma di arancini panati alla perfezione, omelette, e torte e biscotti di ogni tipo, soffici e setose, con un colore dorato e un gusto delicato e irresistibile.

Il profumo si sparse per il paese e, in pochi istanti, tutti corsero ad assaggiare quella delizia. Anche chi stava inseguendo Miss Banky si fermò con la forchetta a mezz’aria.

“Santi Numi, che bontà! Non avevamo mai assaggiato arancini, omelette, torte e bisoctti così morbidi e saporiti!”, esclamarono stupiti.

E come sempre, più ne mangiavano, più la pentola magica ne creava di nuovi. I paesani si dimenticarono di Miss Banky, che, finalmente, poteva starsene a covare le sue uova in pace (e andò a liberare tutte le galline degli allevamenti!).

Saziati i paesani e insegnata loro la ricetta dell’omelette di tofu, Mr Ragoo si rimise in marcia.

E così continuò, attraversando tutti e sette i continenti, fino a saziare il mondo intero e a far capire ai paesani che gli animali dovevano essere lasciati in pace. Insegnò loro a cucinare arancini, arrosticini, torte, biscotti, ragù, arrosti di seitan, brasati senza manzo, scaloppine di tempeh, polpette di azuki, spezzatini vegetali…

Ma il suo viaggio non era mai finito.

Perché Chef Massialot e i suoi adepti continuavano a vagare per il mondo urlando: “Non potete chiamarli arancini! Non potete chiamarla omelette! Non potete chiamarli arrosticini! Non potete chiamarlo arrosto!”. E via dicendo.

Di nascosto, però, si pappavano tutto, con le bocche unte e i piatti vuoti.

Ma Mr Ragoo non si perse mai d’animo e continuò il suo viaggio.

Chissà se un giorno potrà fermarsi a riposare?

mr ragoo e la pentola magica

FINE

Ma qual è la vera storia dell’origine del ragù?

Il termine ragù ha origini relativamente antiche. Due secoli fa la parola fu usata nel Manuale del Cuoco e del pasticciere di raffinato gusto moderno di Vincenzo Agnoletti. In questo testo, Agnoletti – cuoco al servizio di Maria Luigia a Parma – descrisse il ragù come una preparazione di carne o verdure cotte con sostanza, utilizzata per guarnire o farcire altre vivande.

Ma perché si chiama ragù?

La parola deriva dal francese ragoût, che a sua volta proviene dal verbo ragoûter, ovvero “risvegliare l’appetito”. Inizialmente, il termine indicava semplicemente una salsa ricca e saporita, più che una specifica ricetta.

Nel 1623, il termine ragoût compare per la prima volta con questo significato, ma bisogna aspettare il 1665 perché si riferisca a un vero e proprio piatto, una preparazione di carne cotta in salsa con spezie. Nel 1643, un autore identificato con le iniziali L.S.R. documenta una prima ricetta di ragù, mentre verso la fine del ‘600 lo chef François Massialot – lo stesso della crema pasticcera – cita anche il ragù di pesce.

A inizio ‘900, il Dizionario Universale di Cucina di Joseph Favre descrive il ragù come una preparazione con una salsa di base, bianca o bruna, servita da sola o come accompagnamento ad altri piatti.

Con il tempo, il significato originale di “preparazione che stimola il gusto” è stato dimenticato e oggi il ragù viene identificato come una preparazione in cui un ingrediente viene cotto a lungo in un liquido saporito.

Se invece parliamo del ragù alla bolognese, nacque come piatto a base di carne nella Francia rinascimentale, e viaggiò fino alla corte borbonica napoletana per poi diffondersi in tutta la penisola. Era l’epoca in cui i reali segnavano le tendenze nella moda, nei costumi e anche nell’arte gastronomica. L’antico antenato di quello che oggi chiamiamo Ragù era infatti una preparazione della tradizione popolare medioevale francese del XII-XIV, che consisteva nello stufare a fuoco lento ed in brodo pezzi carne, verdure o anche pesce. Poteva essere sia un piatto ricco che povero, a seconda dei tagli di carne, delle spezie e delle guarnizioni che venivano utilizzate e, ovviamente, non prevedeva l’utilizzo del pomodoro.

Che animali sono uccisi per cucinare il ragù?

Il ragù tradizionale viene preparato con carne macinata, che può provenire da diversi animali a seconda della ricetta e della regione. Tra gli animali più comunemente uccisi per il ragù ci sono:

  • Bovini (manzo o vitello) – usati nella maggior parte delle ricette di ragù alla bolognese e simili.
  • Suini (maiale) – spesso mescolati con il manzo per un sapore più ricco.
  • Ovini (agnello) – utilizzato in alcune varianti regionali, come nel centro e sud Italia.
  • Cinghiali – il ragù di cinghiale è tipico di alcune zone toscane e umbre.
  • Pollame (pollo, tacchino, anatra) – impiegato in versioni più leggere del ragù.

Negli allevamenti intensivi, gli animali destinati alla produzione di carne e derivati ad uso umano subiscono numerose sofferenze legate alle condizioni di vita e alle pratiche di allevamento. Di seguito, per ciascuna specie, sono elencate le principali sofferenze a cui sono sottoposti, con relative fonti:

Bovini (mucche e vitelli):

  • Spazi ristretti: I bovini spesso vivono in ambienti sovraffollati, con spazio limitato per muoversi, causando stress e comportamenti anomali.

  • Separazione precoce: I vitelli vengono separati dalle madri entro 24 ore dalla nascita, causando sofferenza sia alla madre che al cucciolo. animalequality.it

  • Problemi fisici: La selezione genetica per una maggiore produzione di latte o carne porta a problemi come mastiti dolorose e deformazioni fisiche. essereanimali.org

Suini (maiali):

  • Gabbie di gestazione: Le scrofe sono confinate in gabbie così piccole da impedire loro di girarsi, causando stress e sofferenza. animalequality.it

  • Mutilazioni: Pratiche come il taglio della coda e la castrazione vengono effettuate spesso senza anestesia, provocando dolore intenso.

  • Condizioni igieniche scarse: Gli ambienti sovraffollati e poco puliti favoriscono la diffusione di malattie e infezioni.

Ovini (pecore e agnelli):

  • Trasporto prolungato: Gli agnelli vengono spesso trasportati per lunghe distanze in condizioni anguste, senza adeguato accesso a cibo e acqua, causando stress e mortalità. ciwf.it

  • Mutilazioni: Pratiche come la mulesing (rimozione di strisce di pelle) vengono effettuate senza anestesia, causando dolore significativo.

Pollame (polli e tacchini):

  • Sovraffollamento: I polli sono allevati in spazi estremamente ristretti, limitando i movimenti naturali e causando stress. animalequality.it

  • Crescita accelerata: La selezione genetica per una crescita rapida porta a problemi scheletrici e cardiovascolari, rendendo difficile il movimento. essereanimali.org

  • Mutilazioni: Il taglio del becco viene praticato per prevenire il cannibalismo dovuto allo stress, causando dolore acuto.

Anche se questi animali venissero allevati in condizioni meno crudeli, con più spazio, senza mutilazioni e con una dieta più naturale, il loro destino rimarrebbe comunque segnato: il macello. Ogni forma di allevamento, intensivo o estensivo, ha come unico scopo la macellazione, ovvero la morte dell’animale per il consumo umano. Non esiste allevamento “etico” se alla fine della loro breve vita gli animali vengono comunque uccisi.

Il trasporto verso il mattatoio è spesso lungo e stressante, con animali ammassati, privati di cibo e acqua, costretti a ore di viaggio che li portano verso un ambiente impregnato dell’odore del sangue e delle urla dei loro simili. Una volta arrivati, vengono storditi (non sempre con successo) e poi sgozzati, talvolta ancora coscienti. Nessuna pratica di allevamento può cambiare questo epilogo crudele e inevitabile.

È quindi fondamentale comprendere che non si tratta solo di migliorare le condizioni di allevamento, ma di mettere in discussione l’intero sistema di sfruttamento animale. Perché la vera soluzione non è allevare “meglio”, ma scegliere di non allevare affatto.

Come possiamo evitare tutto questo e cucinare un ragù vegano?

Se decidi di cimentarti in un ragù vegetale, come quello a base di testurizzato di soia, lenticchie, funghi o noci, o qualsiasi altro ingrediente vegetale, puoi ottenere un piatto altrettanto gustoso senza causare sofferenza.

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Letture consigliate

Trovi i libri consigliati presso La Libreria Itinerante del rifugio per animali liberi Ippoasi. Come si legge dal loro sito:

L’intero ricavato sarà utilizzato per coprire le ingenti spese legate al mantenimento dei nostri due rifugi e degli animali che li abitano.

Se desideri approfondire la questione degli animali da allevamento da una prospettiva antispecista, ti consiglio le seguenti letture:

  • Masson, J. M. (2019). Il maiale che cantava alla luna. La vita emotiva degli animali da fattoria. Il Saggiatore. ISBN 9788842826200.

Jeffrey Moussaieff Masson esplora la vita emotiva degli animali da fattoria, evidenziando le loro capacità affettive e intellettive. Attraverso racconti e studi, l’autore sfida le concezioni tradizionali sugli animali destinati all’allevamento, sostenendo che essi provano emozioni complesse simili a quelle degli animali domestici.

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  • D’Angelo, S. (2024). Santuari di animali liberi. #logosedizioni. ISBN 9788857614564, illustrazioni di Alessandra Manfredi

Sara D’Angelo offre uno sguardo approfondito sui santuari per animali salvati dall’industria alimentare. Il libro racconta storie di animali liberati e descrive le dinamiche quotidiane dei santuari, mettendo in luce l’importanza di questi luoghi come spazi di rifugio e sensibilizzazione.

SANTUARI DI ANIMALI LIBERI - Logosedizioni | Libri.it

  • Agripunk Onlus (2020). Agripunk onlus, l’unico allevamento accettabile è quello chiuso. Autoproduzione.

Questo libro, prodotto dall’associazione Agripunk Onlus, racconta la trasformazione di un ex allevamento intensivo in un santuario per animali. Attraverso testimonianze e riflessioni, il testo denuncia le problematiche legate all’allevamento intensivo e promuove una visione antispecista.

Agripunk: il rifugio per animali che Resiste | Zugunruhe

  • Reggio, M., Bertuzzi, N. (2019). Smontare la gabbia. Anticapitalismo e movimento di liberazione animale. Mimesis Edizioni. ISBN 9788857553566

Marco Reggio e Niccolò Bertuzzi analizzano le connessioni tra il capitalismo e lo sfruttamento animale, proponendo una critica radicale al sistema economico che perpetua la subordinazione degli animali. Il libro invita a ripensare le strategie del movimento di liberazione animale in chiave anticapitalista.

Smontare la gabbia. Anticapitalismo e movimento di liberazione animale

  • Winters, E. (2023). Questa è propaganda vegan… e le altre bugie dell’industria della carne. Edizioni Sonda. ISBN 9788872241916

In questo libro, Ed Winters – attivista e divulgatore vegan – smonta con lucidità e rigore scientifico le principali bugie diffuse dall’industria della carne e dai suoi sostenitori. Attraverso un’analisi dettagliata, l’autore dimostra come la propaganda dell’industria zootecnica influenzi la percezione collettiva sul consumo di prodotti animali, nascondendone l’impatto devastante sugli animali, sull’ambiente e sulla salute umana.

Winters affronta domande e obiezioni comuni come: “Gli esseri umani hanno sempre mangiato carne, quindi è naturale?”, “Gli allevamenti sostenibili sono una soluzione?”, “Senza il consumo di carne ci sarebbe un problema di malnutrizione?” e le smentisce con dati, argomentazioni etiche e strategie comunicative efficaci.

Con uno stile chiaro e diretto, Questa è propaganda vegan non si limita a informare, ma vuole essere un invito all’azione, spingendo i lettori a riflettere sulle proprie scelte alimentari e sul sistema di sfruttamento animale che le sostiene. Un testo essenziale per chiunque voglia approfondire il dibattito sul veganismo e sulle dinamiche della disinformazione nel settore alimentare.

Questa è propaganda vegan - Edizioni Sonda

  • Shukin, N. (2023). Capitale animale: Biopolitica e rendering (B. Nogara Notarianni, Trad.). Tamu Edizioni. ISBN 9791280195388

In questo saggio, Nicole Shukin esplora le intersezioni tra capitale economico e vita animale, analizzando come gli animali siano rappresentati e sfruttati sia simbolicamente che materialmente nelle società contemporanee. Attraverso una prospettiva interdisciplinare che abbraccia studi culturali, storia dei media e critical animal studies, l’autrice indaga le contraddizioni profonde nel rapporto tra esseri umani e altre specie, offrendo una critica incisiva delle dinamiche di dominio sulla vita animale e umana.

Capitale animale di Nicole Shukin | Tamu Edizioni

  • Reggio, M. (2022). Cospirazione animale: Tra azione diretta e intersezionalità. Meltemi Editore. ISBN 9788855195737

In questo saggio, Marco Reggio esplora le intersezioni tra la liberazione animale e altre forme di oppressione, come il razzismo, l’abilismo e il sessismo. Attraverso un’analisi critica che abbraccia testi letterari, studi decoloniali, teorie queer e i critical animal studies, l’autore affronta temi complessi da una prospettiva antispecista, evidenziando l’importanza di un approccio intersezionale nell’attivismo contemporaneo.

COVER-culture-radicali-reggio-cospirazione-animale

  • Adams, C. J. (2020). Carne da macello. La politica sessuale della carne. Una teoria critica femminista vegetariana (M. Andreozzi & A. Zabonati, Trad.). VandA Edizioni. ISBN 9788868993603

In questo saggio pionieristico, pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1990, Carol J. Adams esplora la connessione tra il patriarcato e il consumo di carne, sostenendo che lo sfruttamento degli animali è una manifestazione della cultura patriarcale. L’autrice introduce il concetto di “referente assente” per descrivere come la violenza insita nel mangiare carne venga mascherata, separando l’idea dell’animale dal prodotto consumato. Adams analizza come il trattamento degli animali come oggetti sia parallelo all’oggettivazione delle donne nella società patriarcale, evidenziando le intersezioni tra oppressione di genere e specie.

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  • Troglodita Tribe. (2023). La fattoria infelice. Ortica Editrice. ISBN 9791281228115

In questo saggio, Troglodita Tribe smonta il mito della “fattoria felice”, evidenziando come tale concetto sia una costruzione ideologica volta a giustificare lo sfruttamento animale. L’autore analizza criticamente l’immaginario collettivo che dipinge la vita rurale come armoniosa e rispettosa degli animali, sostenendo che questa narrazione maschera le reali dinamiche di dominio e violenza presenti negli allevamenti. Il testo invita a una riflessione profonda sulle pratiche agricole tradizionali e sulla necessità di superare le logiche di sfruttamento interspecie.

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  • Unferth, D. O. (2021). Capannone n. 8 (S. Manzio, Trad.). Sur. ISBN 9788869982521

In questo romanzo, Deb Olin Unferth racconta la storia di due ispettori di allevamenti avicoli che pianificano un’audace operazione per liberare un milione di galline ovaiole. Il libro affronta temi di etica animale, attivismo e le complessità delle relazioni umane, offrendo una prospettiva narrativa sulle questioni legate all’allevamento intensivo.

Capannone n. 8, Deb Olin Unferth - SUR

CONCLUSIONI

Le storie che abbiamo raccontato sugli animali riflettono il mondo che abbiamo costruito intorno a loro, un mondo modellato secondo i nostri bisogni, le nostre tradizioni, le nostre abitudini. Abbiamo scritto le loro vite senza lasciare loro voce, senza chiederci cosa significasse per loro esistere in questo sistema che li ha resi risorse, strumenti, pezzi di un ingranaggio che non hanno mai scelto.

Ma il punto non è solo raccontare le ingiustizie. Il punto è creare nuove narrazioni, ripensare il nostro ruolo, accettare che la Terra non è nostra e che gli animali non esistono per noi, ma con noi. Non sono corpi da sfruttare, immagini da manipolare, vite da addomesticare secondo il nostro volere. Sono individui, con la loro essenza, il loro valore intrinseco, la loro storia che merita di essere riconosciuta senza filtri antropocentrici.

Non si tratta solo di etica. Si tratta di rispetto. Il rispetto di una vita che non deve essere misurata in base alla sua utilità per noi, ma riconosciuta nella sua unicità e libertà. Perché nessuna necessità, nessuna tradizione, nessuna abitudine può giustificare la violenza, la privazione, la riduzione dell’altro a merce.

Niente può scusare la sofferenza che abbiamo imposto agli animali. Nessuna cultura, nessuna economia, nessun palato. È tempo di guardare il mondo con occhi diversi, di accettare che esiste un punto di vista Altro, e di trasformare questa consapevolezza in azione. Il cambiamento non è solo possibile, è necessario.

Le storie che abbiamo scritto sugli animali parlano di dominio, ma le storie che possiamo scrivere da ora in avanti possono essere diverse. Possiamo scegliere di lasciare che siano loro a raccontarsi, a vivere per sé stessi e non per noi. Possiamo scegliere di non essere più oppressori, ma alleati nel costruire un futuro in cui la vita – tutta la vita – sia un valore da proteggere, non da possedere.

La strada è davanti a noi. Abbiamo il coraggio di percorrerla?

Grazie per avermi letto e ascoltata fin qui! Tiziana Caretti

A tutti gli animali,
esseri indipendenti, con una loro storia e un loro mondo,
che per millenni hanno sopportato il peso della nostra presenza,
delle nostre industrie, delle nostre leggi non scritte,
dei nostri confini imposti sulla loro pelle.

A voi, che non avete chiesto di essere allevati,
macellati, esibiti, sfruttati, ridotti a risorse.

Le vostre vite raccontano la resistenza,
il dolore silenzioso, e la capacità di sopravvivere
anche quando ciò significava perdere sé stessi,
essere ingabbiati, privati della libertà, della dignità.

Possa il futuro riconoscere la vostra sofferenza,
non per assolverci, ma per imparare finalmente a cambiare.

Questo è per voi.
Non come oggetti della nostra compassione,
ma come esseri viventi che meritano di essere lasciati
semplicemente, autenticamente, sé stessi.